Monterotondo la parola alle opposizioni: M5S

Movimento 5 Stelle

L’Architetto Angelo Capobianco eletto nelle file del Mov. 5 Stelle per la terza e consecutiva volta è sicuramente una espressione storica della minoranza.
Chi più di lei può sollevare una voce critica rispetto al Governo locale?
Credo che la questione non può essere relegata al personalismo di un solo rappresentante ma aperta alla voce critica dei cittadini che hanno i termini e strumenti per interagire con l’amministrazione pubblica. Il mio servizio, come quello dei tanti colleghi eletti sul territorio nazionale, è quello di accompagnare la partecipazione attiva attraverso gli strumenti della sussidiarietà orizzontale e di paricrazia.
Quali le ragioni di programma che hanno indotto il Movimento 5 Stelle a candidarla a Sindaco in alternativa all’attuale maggioranza?
Fondamentalmente il territorio di Monterotondo è interessato da fin troppi anni (dal 1977) da un programma di espansione edilizia attraverso il Piano Regolatore Generale che definisco cementificazione programmata, che ha avuto nel 2009 un importante incremento portando la speculazione edilizia al milione di mc di cemento previsti per il territorio. Una catastrofe ambientale. In questo senso né le forze di centro sinistra né quelle di centro destra hanno mai espresso un’interesse a favore della tutela ambientale, anzi troppo spesso ho visto una certa concordanza tra i due schieramenti. Un punto fondamentale che viviamo giornalmente è il depauperamento sociale della città, che negli ultimi anni si è frammentata sempre di più, perdendo con il tempo la forza propulsiva di comunità, che oggi si intravede solo in alcuni momenti straordinari e storici di Monterotondo, ma che non ha più una sua quotidianità. Lo strumento della solidarietà sicuramente è un motore propulsore per ricostruire il senso di comunità che noi agogniamo e il senso civico dell’attivismo, attraverso la politica partecipativa che potrebbe dare senso alla forza di quegli ideali che sempre più spesso diventano ricordi lontani e non più necessari. Un altro tema lontano dagli interessi politici dell’attuale amministrazione e che non ha permesso di creare concordanza tra le parti è la tutela del patrimonio storico di Monterotondo. Sono anni che ci battiamo per dare un piano di tutela al centro storico di Monterotondo e ci piacerebbe che il comune avviasse una seria politica di conservazione del patrimonio industriale di Monterotondo Scalo attraverso il restauro e la valorizzazione delle importanti tracce storiche del nostro territorio, tali da ridare anche nuova centralità all’area dello Scalo, che ad oggi non gode di buona salute.
Dall’insediamento della Nuova maggioranza e dalla rielezione del Sindaco Riccardo Varone che parere in consuntivo può dare della nuova azione di Governo?
Nessuno parere in particolare.
Questa amministrazione opera come un amministratore di Condominio
Non ha una visione ma riesce solo a fornire soluzioni tecniciste ai problemi amministrativi senza valorizzare in alcun modo l’apporto politico. Sono più dei tecno burocrati che dei politici con una visione di città moderna.
Che cosa va nella continuità con il passato o che cosa rafforza la scelta del Movimento di sottrarsi ad un’alleanza che in molte altre realtà italiane sta funzionando?
A mio avviso sono gli uomini che costituiscono un gruppo politico a fare la differenza. La coerenza, il sacrificio, la capacità di non operare per opportunità o per fini personali e la volontà di fare servizio pubblico e non carriera, sono gli elementi che avvicinano le persone di buon senso e che hanno voglia di fare qualcosa per il proprio territorio
Quali le discriminanti politiche?
Come sopra.
Quali le preclusioni da una parte e dall’altra e soprattutto quali le differenti visioni di programma amministrativo e ideale vi fanno mantenere alta la vostra opposizione politica?
Non abbiamo interessi materiali sul territorio e non dobbiamo gestire alcun legame con gruppi di interesse ma solo seguire i nostri valori: questo è l’elemento discriminante.
Lei è un Architetto e contemporaneamente alla carica di consigliere comunale ha svolto due incarichi importanti, di consigliere nel Governo dell’area Metropolitana di Roma e per un periodo nella passata Giunta della Sindaca Raggi, quella di Assistente personale della Sindaca per la parte Urbanistica. Come questi incarichi le sono stati da guida per il suo impegno politico di consigliere comunale e di portavoce del Mov. 5 Stelle?
In realtà sono stato rieletto e tutt’ora sono consigliere Metropolitano. Purtroppo dopo la mancata conferma dell’ex Sindaca Raggi, la città Metropolitana di Roma Capitale non è più riuscita a dare un’impronta seria del proprio territorio a causa anche della disgraziatissima legge Del Rio (governo Renzi), che ne ha depotenziato la capacità di armonizzare l’ex provinca di Roma con tutti i suoi comuni. Nonostante ciò continuo appassionatamente oltre che gratuitamente (visto che i consiglieri Metropolitani non sono risarciti neanche del gettone di presenza) a dare il mio apporto politico oltre che tecnico.
Diversa è l’esperienza di collaboratore con la Sindaca che mi ha permesso di costruirmi un ruolo tecnico nell’amministrazione capitolina, sicuramente fondamentale per conoscere la dura realtà della “coperta troppo corta”, ma tutto ciò non ha scalfito la mia appartenenza ad un’ideale politico rappresentato dal Movimento.
Il Movimento 5 Stelle da pochi giorni ha portato a compimento la sua Assemblea Costituente, crede che l’assunzione d’una precisa identità Progressista l’agevolerà a farsi portavoce di quella parte silenziosa che non vota più esprimendo un dissenso non manifesto rispetto alle politiche locali?
In realtà ci proviamo ogni giorno a dare voce a quella parte di cittadinanza che non si sente rappresentata. È vero, però, che la costituente ha creato un’importante sparti acque con il passato, senza tuttavia staccarsi dalla sua storia, ma costruendo ponti tra il passato ed il futuro. Raccogliere e capire il dissenso chiaramente sarà arduo e faticoso come ogni impresa importante. Molte persone sono lontane dalla politica perché la politica è percepita come un corpo estraneo alla vita di tutti i giorni. Regolamenti pieni di articoli, bilanci incomprensibili anche per i più esperti, grandi opere che non hanno a che vedere con la quotidianità, dati statistici che spesso non corrispondono al reale sentire delle persone, lontananza dalle istituzioni filtrate sempre più dalle tecnocrazie e tante piccole opportunità perse. Sembra che la politica parlamentare sia entrata anche nei consigli comunali e invece di discutere della realtà locale si espande tutto ai massimi sistemi. Questo atteggiamento allontana la politica dalle necessità della cittadinanza, che non trova una proporzione tra le loro richieste e le risposte spesso non bilanciate alla realtà. La soluzione è promuovere una politica fatta di soluzioni che riguardino il presente, ma che durino nel tempo a beneficio delle generazioni future e che non abbiano nulla a che vedere con la possibilità di essere rieletti. 5 anni di amministrazione possono gettare i semi che potranno essere raccolti da altri anche di altre bandiere o ideologie. La vera Democrazia non è mai ripetitiva.
Secondo Lei quali sono i ritardi più cocenti che sconta Monterotondo?
Quando si parla di ritardi si pensa sempre ad un treno fermo in stazione pronto a partire ma con tutti i suoi vagoni. Questa similitudine è scorretta in questo ambito, non possiamo parlare di ritardi ma di parti di programmazione politica completamente omesse dallo scenario del nostro territorio.
I vagoni dell’ambiente, della partecipazione, della democrazia digitale, del consumo di suolo, della cementificazione (come espressione negativa), dei giovani, dell’efficienza amministrativa, della trasparenza sono stati staccati dal treno ritardatario, che ora si presenta in una nuova stazione più piccolo di prima.
Eppure la sua città vanta tante prerogative che altri territori della provincia non hanno:
– un Buon collegamento con la Capitale;
– un area produttiva autonoma che dà lavoro a 6 mila addetti;
– una serie di attività commerciali (farmacie) che portano utili al Bilancio Comunale;
– servizi scolastici d’ogni ordine e grado;
– un patrimonio storico ed associativo che potrebbe far invidia a molte altre grandi città italiane.
La mia città è bella perché è una città dignitosa e viva. Per il resto potrei dire che il collegamento con la capitale non è stato costruito per volontà di un comune ma per competenze ben più alte, mi risulta che l’area industriale stia sempre di più assottigliando la presenza di impiegati a causa della sua trasformazione da centro produttivo a logistica, le Farmacie a Monterotondo sostengono la partecipata della città che vanta un certo debito con il Comune al punto che senza di esse l’APM avrebbe chiuso per fallimento. Sui servizi scolastici non ho onestamente molto da ridire: il sistema andrebbe migliorato ma c’è sicuramente una rete scolastica dignitosa. Ma se la struttura fisica esiste ci sono altri passi in avanti che andranno fatti per il corpo insegnanti.
Monterotondo ha un patrimonio storico completamente abbandonato di cui il comune esprime interesse solo per ragioni di opportunità elettorale.
Molte città italiane sono molto più avanti rispetto al nostro comune. Quello che poteva essere un vanto negli anni settanta oggi è il minimo richiesto per poter sopravvivere in una città medio popolosa come Monterotondo.
La parte più caratterizzante del Programma politico a sostegno della sua candidatura a Sindaco, metteva l’accento sullo sviluppo urbano e su una crescita sbilanciata della residenzialità a discapito d’un Ambiente urbano che soffre per un incipiente inquinamento da CO2 e da rumore e del continuo incremento della cementificazione. Quale sarà il suo qualificante impegno dai banchi della minoranza che secondo lei dovrebbe recepire l’attuale maggioranza?
Mantenere il punto come un mantra, affinché la cittadinanza cominci ad affrontare il futuro da un’altra ottica.
Che giudizio da sulla composizione dell’attuale Giunta? Esiste un’azione di questa Amministrazione che si sente di condividere?
Al momento non ci sono molti spazi condivisibili. Non vedo attenzione sull’ambiente che per alcuni rappresenta solo una seccatura formale e burocratica da risolvere. La questione culturale è in condizioni disperate. La città raccoglie le richieste basandosi sul principio che cultura è solo industria per produrre denaro o occasioni elettorali. Pertanto quella non è cultura ma solo intrattenimento. Molte città nel Lazio si sforzano nell’immaginare eventi di altissimo livello culturale nelle branche delle scienze, della filosofia, della poesia, della musica classica, della letteratura, della teologia dell’arte in genere. La città in effetti ha un Festival del Cinema che ha cambiato nome e che oggi risulta forse l’unico evento culturale della città.
Se tornasse indietro nel tempo ripeterebbe tutte le scelte fatte?
Non ho rimorsi. Ciò che sono è il frutto delle mie vittorie e dei miei errori. No grazie sto bene in questo presente nonostante le tante difficoltà e avversità che mi trovo costretto ad affrontare ogni giorno e che mi costringe a confrontarmi con la realtà; il mio passato mi aiuta a interpretare il futuro di questa società.
Che messaggio si sente di trasmettere ai suoi concittadini e ai suoi competitor politici?
La politica non è tecnocrazia, non è opportunità al potere, non è carrierismo, non è apparenza, non è un’aula di un tribunale ma è sacrificio limitato nel tempo per gli altri.